Brescia che verrà (ex Brescia Mediterranea) candiderà Cesare Giovanardi di cui non siamo ancora riusciti a trovare una biografia, in ogni caso ecco un’intervista del bresciaoggi:

CESARE GIOVANARDI
(Intervista a BresciaOggi- Lunedì 26 Marzo 2007)

Parte lunga la ricorsa di Cesare Giovanardi, candidato sindaco di Brescia mediterranea, per le amministrative del 2008. «In politica iniziare presto è considerato un fatto negativo – dice alla trentina di persone che l’hanno ascoltato ieri mattina nella saletta di vicolo Millefiori in città -. E francamente non si capisce perché. Noi vogliamo davvero coinvolgere la gente sui programmi, sulle cose che ha da dire, su come vorrebbe questa città».Dopo l’ultima esperienza nei liberaldemocratici, la precedente candidatura in Forza Italia e le origini socialiste, Giovanardi, che di politica ne ha macinata tanta (è stato tra l’altro presidente dello Iacp, l’attuale Aler), parte con una provocazione: «Se diventerò, sindaco – promette -, tutte le liste che mi hanno sostenuto avranno un posto in giunta, indipendentemente dai voti che prenderanno». La sua campagna, per ora appoggiata dai Liberaldemocratici e dal Partito «per il Sud», vuole ripartire dal basso, alla ricerca di una base di consensi fra i «meno rappresentati perché non hanno interessi specifici da difendere e non fondano lobby, che sono la maggior parte dei bresciani». E allora, sull’onda della democrazia basata sul diritto di uguaglianza alla Tocqueville, propone l’elezione «diretta dei presidenti di circoscrizione», perché – sostiene – «è inutile dar loro più soldi e più autonomia e poi farle governare dalle segreterie dei partiti». E alle provocazioni di scendere in campo con proposte velleitarie risponde di essere «fiducioso» e di aver raccolto «molti segnali positivi». Per sé Giovanardi rivendica anche il merito di aver «costretto gli altri a darsi da fare per tempo», soddisfatto di «averli messi in agitazione, stimolandoli a pensare». E a chi lo schernisce perché vuole portare il Mediterraneo a Brescia risponde che «ci aveva già pensato Bruno Boni, quando progettava il canale navigabile che avrebbe dovuto portare a Mantova e poi sull’Adriatico». E proprio a Boni «un sindaco civico cui i politici cittadini non tributano sufficienti onori», Giovanardi chiede che venga eretto un busto «non dedicandogli una piazzetta semi nascosta, ma a Palazzo Loggia proprio sopra il bassorilievo di Cavour». Una città nuova, dunque, ma che riconosca le proprie radici e sappia valorizzarle per costruire «un progetto per una civitas attenta a tutte le voci dei suoi figli – come ricorda Luigi Cerritelli, per anni docente all’Arnaldo e vice presidente del Partito “per il Sud”, -. Solidale con i deboli e salda nell’affermare che tutti i cittadini hanno il sacrosanto diritto alla partecipazione senza doverlo conquistare ogni volta che il potere oligarchico tenta di imboscarla costruendo organismi partecipativi a forca caudina». Un progetto possibile anche secondo Domenico Iannantuoni, presidente del Partito «per il Sud», perché il legame di Brescia con il Mediterraneo e con il Meridione fa «parte della sua storia e non è mai stato dimenticato». «Dobbiamo riportare la gente alla politica – chiosa Giovanardi -, ascoltando tutti, per questo partiamo adesso perché non deve succedere come al farmacista di corso di Garibaldi che mi ha confessato “Il sindaco? So chi è, ma in dieci anni non non è mai venuto a parlarmi di persona”». ( L.Br.)